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L’AQUILA NON RITORNA

Quando ho scritto “Le parole del mio tempo, ho voluto raccontare la mia esperienza di autore e compositore attraverso la pubblicazione di alcuni testi delle mie canzoni che hanno segnato la mia adolescenza.

L’ottimo riscontro del libro, per il quale ringrazio tutti i lettori che lo hanno letto, mi ha spinto a ritornare nella “soffitta” dei ricordi, rispolverando scritti e appunti di quell'epoca, ovvero degli anni ‘80, rivisitando gli album dai quali avevo selezionato i brani di punta della mia attività cantautorale.

Ho scoperto con mio stupore di aver tralasciato nella selezione di queste canzoni, alcuni testi che avevo giudicato “secondari” ma che da un esame più approfondito hanno avuto un peso determinante nella mia crescita interiore, sia pure nella loro “complementarietà”.

In questo nuovo libro riporto alla luce, come la Fenice che risorge dalle proprie ceneri, brani che avevo riposto nel cassetto e che adesso, “rispolverandoli”, mi hanno fatto nuovamente emozionare come un tempo.

La nuova cernita è arricchita da un album di più recente realizzazione, “L’aquila non ritorna” scritto tra il 2006 e il 2013 che dà anche il titolo all'intera opera.

Parafrasando l’introduzione di un romanzo di Alberto Moravia (“La vita interiore”), ci son voluti 7 anni e 7 stesure per terminare questo album nel quale ho aggiunto due recentissime canzoni: “Password”, dedicata all'evoluzione multimediale dei nostri tempi, e “Autografo”, testo conclusivo del libro che ha come tema l’anonimia delle persone comuni che fanno fatica ad affermarsi e a lasciare un segno della loro esistenza.

Il libro contiene anche un racconto breve sul tema dell’amore, e le prove che ho sostenuto per conseguire presso la SIAE la qualifica di paroliere e di compositore.

Perché la scelta del titolo “L’aquila non ritorna”? Perché l’aquila è un uccello di straordinaria bellezza ed intelligenza, espressione di numerose simbologie tra le quali quella di rigenerarsi,- volando più in alto nel cielo-, per ricevere dal sole luce e calore come antidoto al suo divenire vecchio e appesantito. 
Il “non ritorno” sta ad indicare la trasformazione simbolica di questo meraviglioso volatile, che spezza qualsiasi legame con il passato per approdare ad una dimensione di rinnovato spirito e vigore.

In una recente intervista, il cantautore Antonello Venditti, riferendosi ai primi successi della sua luminosa carriera artistica, ha dichiarato che le cose migliori si fanno quando si è giovani.

Non so se questo corrisponda a verità, ma è un dato di fatto che l’entusiasmo, la speranza nel cambiamento o in un futuro non ancora delineato giocano un ruolo determinante soprattutto agli esordi dell’approccio creativo.

Poi le cose belle o che ci riescono meglio possono nascere in qualsiasi momento del nostro tempo.

Come le parole e i pensieri che ti restano dentro anche quando, volando, … non ritornano più!

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(Le nuove parole del mio tempo)



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