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FUORI DI ME

Fuori di me c’è tutto un mondo che gira imperterrito e indifferente ai miei segnali. La vita interiore, per quanti sforzi facciamo per condividerla con gli altri, appartiene solo a noi ed è, a volte, uno scudo che ci ripara dalle inquietanti perturbazioni esterne.

Gira il mondo gira nello spazio senza fine
con gli amori appena nati,
con gli amori già finiti.
con la gioia e col dolore
della gente come me …

Così cantava il compianto Jimmy Fontana nella sua canzone più famosa, “Il Mondo”, un manifesto universale che racchiude in sé una verità semplice e incontrovertibile: la vita che si rigenera e si rinnova continuamente nonostante la precarietà e la limitatezza del nostro vissuto, perché l’esistenza individuale ha un inizio e una fine, quella collettiva dura per sempre.

Si nasce e si muore soli, ma l’eredità di noi stessi è quanto di buono o di cattivo riusciamo a trasferire all'esterno, sicché il valore culturale di una società è tanto più alto quanto più l’amalgama delle singole individualità è in grado di produrre buone azioni e modelli di comportamento esemplari per la crescita di una comunità.

Raymond Aron, grande sociologo vissuto nel novecento, sosteneva che uno dei peggiori mali delle società totalitariste fosse l’affidamento ad un partito del monopolio dell’attività politica. In questo modo il rischio di far passare per vero ciò che è ideologicamente falso e tendenzioso è quanto di più minaccioso ci possa essere per lo sviluppo della cultura democratica.

Il totalitarismo di Aron si riscontra sotto mentite spoglie nelle società moderne, apparentemente democratiche, in cui la globalizzazione impedisce lo sviluppo della coscienza individuale che viene annientata o, nella migliore delle ipotesi, sommersa in nome di ideali di massa “induttivi”, ovvero imposti dall'alto, ma che non ci rappresentano.

Non c’è alcuna differenza tra i regimi dittatoriali e le organizzazioni politiche pluraliste in cui i centri di potere si trovano dappertutto, in ogni strato del tessuto sociale, persino quando devi acquisire un certificato per la patente di guida od essere costretto a rispettare lunghe liste d’attesa per una visita specialistica.

Oggi ciascuno di noi tende ad essere centro di potere di se stesso con una sopraffazione verso il prossimo che fa calare vertiginosamente il valore culturale dello stare insieme e, più in generale, della crescita sociale.

E’ la qualità scadente della coscienza individuale la spia dello stato di (cattiva) salute di una organizzazione sociale.

Fuori di me ci sono bambini che giocano con volti dipinti dello stesso sorriso. Donne e uomini che ballano in una festa in maschera a cui non partecipo e che mi spinge a rientrare nella mia stanza abbassando le tende.

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